Oggi una curiosità su una patologia legata al bisogno di pulire e specialmente di non sporcarsi: La RUPOFOBIA.
La necessità di vivere in un ambiente pulito è ovviamente una necessità sana.
Questa necessità spinge l’uomo a ricrearsi uno spazio salutare e senza rischi per se e per chi lo circonda.
Ma quando questa necessità diventa una patologia?
Secondo la definizione TRECCANI, la rupofobia può essere cosi definita:
RUPOFOBIA (dal gr. ῥυπός “sudiciume” e ϕόβος “timore”). – È il timore ossessivo di sporcarsi.
I rupofobi vivono in ansietà continua, schivando ogni contatto che può essere sospetto, magari ingiustamente e contro ogni evidenza.
Talora s’affannano a togliere la polvere dagli oggetti di casa in un continuo “affaccendamento”.
Ma togliendo la polvere temono d’imbrattarsi, e perciò si lavano ripetutamente le mani, per soffrire di nuovi dubbî al momento d’asciugarsi.
Essi finiscono con l’evitare ogni contatto, col non dare la mano a nessuno, col non toccare le maniglie delle porte o le monete o i biglietti di banca: si chiudono in camera, respingono le visite, e in casi estremi rifuggono persino dall’acqua e dal contatto della biancheria di bucato, sicché cadono nella sporcizia.
La rupofobia è più frequente nelle donne che negli uomini. Può presentarsi a crisi, che durano mesi e anni, o essere addirittura continua. È una delle manifestazioni più frequenti del temperamento ossessivo.
Se conosci persone con questo disturbo spesso non è facile relazionarsi o riuscire a comprendere come dare una mano.
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